Aprile 1, 2021 0 Comments Fratelli di Vino

Albana,

Albana, profumi di Romagna

Le origini di questo vino e, in primis, dell’uva albana si perdono nella notte dei tempi. Leggenda vuole che quest’uva sia stata importata e piantata  dai legionari romani di ritorno da chissà quale guerra, una volta acquisito il diritto, come era d’uso, ad una porzione di terra per la  fedeltà e il coraggio dimostrati in battaglia.

Etimologicamente il nome sembra derivi dal termine latino albanus, in riferimento ai Colli Albani vicino Roma o forse all’antica Alba Longa, oppure da albana in riferimento all’antica via progenitrice della via Appia, sempre e comunque in relazione agli stessi luoghi,   parte del più vasto comprensorio dei Castelli Romani.

Niente male come origine se non per un piccolo dettaglio: in questa zona e, in realtà in nessuna altra zona d’Italia, è mai stata presente quest’uva, il che rende piuttosto difficile credere o dare una qualche parvenza di verità a tale leggenda.

Alcuni ampelografi tedeschi affermano che l’albana è parente stretto dell’elbling, vitigno una volta diffuso lungo la valle del Reno esportato in loco sempre dai legionari romani. La nebbia non sembra diradarsi ed ognuno può credere ciò che vuole ma  una prima descrizione “ufficiale”  di questo vitigno è di Pier de’ Crescenzi e risale al XIV secolo, verso la fine del Medioevo.

Attualmente il vitigno è presente oltre che in Romagna (Forlì, Cesena, Rimini) in alcuni territori in provincia di Modena e Bologna ed è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite sin dal 1970.

E’ presente in purezza nella DOCG Romagna Albana, fra l’altro la prima docg bianca italiana, anno 1987, e nella DOC Romagna Albana Spumante,  e in uvaggio nelle DOC Colli Bolognesi  e Reno.

Il grappolo è medio-grande, lungo e cilindrico, alato,  semi-spargolo  e/o compatto secondo i cloni utilizzati. L’acino è di grandezza media con buccia piuttosto pruinosa e dal colore giallo dorato e in genere la vendemmia si effettua a fine settembre.

Con l’albana si realizzano ben quattro versioni di vino: secco, amabile, dolce e passito. In genere la versione più interessante è ritenuta quella ottenuta da uve appassite sui graticci o in pianta, sia per la qualità e la persistenza dei profumi sia per l’equilibrio e la pienezza del gusto.

Ciò nonostante la versione secca che offre un prodotto dal colore dorato e corposo, è molto accattivante e sta avendo un successo notevole specie fra le giovani generazioni e, principalmente, fra i frequentatori della costiera romagnola in estate.

Dianzi abbiamo parlato di quattro versioni di vino albana, personalmente ne aggiungerei una quinta, una variante della versione secca: la vinificazione in anfora.

Lo sfruttamento di questa tecnica antichissima unita ad una sorta di vinificazione  “in rosso”, per mezzo di una lunga macerazione del mosto con le bucce, permette di realizzare un vino, come vedremo più avanti,   in grado di esprimere qualità insospettabili dal punto di vista organolettico ponendo, peraltro, in evidenza una rara peculiarità per un vitigno a bacca bianca: la tannicità.

La degustazione che segue prende in esame, in ordine alfabetico in riferimento alle aziende, sette albana assaggiati in un lasso di tempo di tre anni, di cui quattro in versione secca, due passiti ed uno in anfora.

Romagna Albana Secco Santa Lusa 2017 –alc. 13,5%,  –  ANCARANI – biologica

Oro puro, bellissimo e lucente. Profumi leggiadri ed eleganti, agrumi ed erbe aromatiche in primis con sottofondo di pesca nettarina. Di corpo, abbastanza equilibrato con leggerissima prevalenza delle parti dure, con freschezza,  sapidità, e la caratteristica nota di lieve tannicità in bella evidenza. Gran bel vino. Voto: 89

Romagna Albana Passito Bissoni 2016 – alc. 14% – RAFFAELLA BISSONI – bio.cert.

Fra il dorato e il topazio, presenta un’olfattiva ricca di eleganza e complessità dove emergono il miele e il fico secco con un lieve sottofondo agrumato. Al gusto è perfettamente equilibrato. Morbidezza e dolcezza non stancano affatto perché controbilanciate dalla ben nota freschezza del vitigno, intenso e persistente, assolutamente armonico. Eccellente. Voto: 92

Romagna Albana Passito 2016 – alc. 13,5% – FATTORIA MONTICINO ROSSO – conv.

Oro ambrato. Emergono profumi tipici di un  passito: miele, frutta candita, albicocca disidratata e un lieve sbuffo di agrumi da contro-altare. La qualità è confermata alla gustativa dove dolcezza e morbidezza risultano equilibrate dalla presenza di una corroborante freschezza. Persistenza lunghissima. Da uve appassite in pianta e attaccate dalla botrite a cui segue una maturazione in barrique di ben 24 mesi. Vino splendido. Voto: 93

Romagna Albana Secco Fiorile 2019 – alc. 13,5%– FONDO SAN GIUSEPPE – bio. cert.

Paglierino tendente al dorato. La frutta la fa da padrone: pesca, albicocca e agrumi in bella evidenza su sottofondo delicato di fiori di campo. Al gusto è estremamente piacevole: caldo, fresco e sapido, invita sempre ad un nuovo sorso. Intenso e persistente. Maturato in acciaio e in tonneau. Eccellente: 91

Romagna Albana Secco Albarara 2018 – alc. 14%   – TENUTA S. LUCIA – bio. biod.

Paglierino luminoso e intenso. Profumi di fiori di campo e pesca nettarina, seguono mango e banana. Al gusto è estremamente piacevole, caldo e morbido, fresco e sapido, in ottimo equilibrio. Molto intenso e persistente. Un anno sulle fecce. Gran vino. Voto: 90

Romagna Albana Vitalba in anfora 2019 – alc. 14,5% – TRE MONTI – biol. cert.

Inizio con una ammissione: non amo molto i vini in anfora, perché di moda e spesso sopravalutati, ma di fronte a questo capolavoro non posso, con molto piacere, che arrendermi. Per quel che può valere il mio più che sindacabile giudizio è fra i migliori vini bianchi d’Italia e sicuramente il migliore in anfora. Oro colato dai profumi intensi e ampi, c’è di tutto: fiori di campo, rosa gialla e zagara; frutta: pesca e albicocca, mango e frutto della passione, avocado; iodio e mirra e altro ancora. All’assaggio è imponente, struttura da campione: caldo, morbido, fresco, sapido e una leggera, raffinatissima astringenza. Molto intenso con una persistenza senza pari. A dir poco eccellente. Voto: 96

Romagna Albana Secco Amarcord d’Un Bianc 2017 – alc. 13,5% –TRERE’- conv.

Giallo paglierino che vira al dorato. Profumi gradevoli, primaverili: agrumi, erbe aromatiche (santoreggia, timo), biancospino. Alla gustativa mostra ulteriormente la sua piacevolezza, vino da  “costiera romagnola”, da  “vitelloni” come sembra ammiccare lo stesso nome: freschezza e sapidità su tutto, vino da pesce per antonomasia, ottimo per frittura di paranza. Acciaio e cemento. Voto: 89

Da questa degustazione di albana emerge un vino bianco di grande livello qualitativo, in ogni sua espressione, un vino ancora piuttosto di nicchia e per appassionati, ed è un vero peccato. Nella speranza che venga sempre più apprezzato e conosciuto non ho altro da dire che…alla salute, fratelli !


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