Luglio 1, 2017 0 Comments Fratelli di Vino

Vin Nobile di Montepulciano…basta la parola!

 

Bella Arianna con bianca mano/ versa la manna di Montepulciano […] Montepulciano d’ogni vino è re”     

(Francesco Redi)

 

Quando nel 1685 Francesco Redi, poeta nonché medico e naturalista, nella sua poesia “Bacco in Toscana”, elogia l’eccellenza dei vini toscani ponendo sul trono della qualità il Vin Nobile di Montepulciano, non faceva che confermare con l’efficacia, la concisione e la bellezza della poesia la fama ormai plurisecolare del nettare che si ricava dai vigneti adagiati sui declivi  del Mons Pulitianus.

 

 

Dai tempi degli Etruschi, padri nobili dei vini dell’Italia centrale, ai monaci dell’Alto Medioevo, ai quali si deve l’esistenza e la sopravvivenza dell’enologia in Italia dopo il crollo dell’Impero romano e le devastazioni dei barbari, sino ad arrivare in pieno Rinascimento al riconoscimento delle sue qualità “organolettiche” ad opera del cantiniere del papa Paolo III Farnese, Sante Lancerio, che ne declamava la stabilità nel tempo, i profumi e la potente struttura, tanto da definirlo vino “perfettissimo […] sicché è vino da Signori”, per arrivare  ai nostri giorni, amatissimo vino consumato in tutte le corti d’Europa, in primis quella britannica: possiamo dire, quindi, che da  due millenni, la sua fama si arricchisce e si conferma come ben pochi e rarissimi vini nella storia.

Quali e quante sono le ragioni di tale successo che persevera nel tempo ?

Ovviamente molte, ma non v’è dubbio che quella principale risiede nel fattore pedoclimatico: terreno ( sabbie e argille di origine marina) e clima (mediterraneo e/o sub-mediterraneo); nondimeno il fattore umano, culturale e sociale ha il suo rilievo, specialmente negli ultimi 100-200 anni, dove la  “connotazione nobiliare”, ovvero il fatto che il vino fosse (ed è) sostanzialmente destinato al commercio e non all’autoconsumo ha preso nettamente il sopravvento. Per alcuni la spiegazione del nome,  Vin Nobile, a questo è dovuto.

 

La qualità eccellente dei vini prodotti, pressoché costante negli ultimi decenni, è valso al Vin Nobile  il riconoscimento con la DOC nel 1966 e poi nel 1980, grazie alla sua fama internazionale, la DOCG.

La base ampelografica è costituita, per il minimo del 70%, dal principe dei vitigni del centro Italia, il sangiovese, denominato in loco prugnolo gentile, per il restante 30%  i tipici vitigni toscani come il canaiolo, il colorino e il mammolo.

Personalmente ritengo sia giunta l’ora, come lo è da tempo per il Brunello di Montalcino, che il sangiovese alias prugnolo gentile rappresenti il 100% del Vin Nobile, senza altri vitigni, pur toscani, in uvaggio. Altrimenti le quote e i vitigni dovrebbero essere scelti e determinati in maniera precisa e inequivocabile nel disciplinare della DOCG: degustare un Vin Nobile con il 100% di sangiovese e confrontarlo con un altro in cui è presente al 70- 80%,  si parla in realtà di due vini diversi,  non confrontabili, se a ciò si aggiunge che il rimanente 20-30% può essere scelto anche fra due-tre  vitigni internazionali, la situazione diviene imbarazzante.

 

Opinione la mia ovviamente discutibile, però a sostegno della stessa i produttori più sensibili per non dire più bravi hanno scelto, da tempo,  la strada del sangiovese, pardon prugnolo gentile, in purezza, e i risultati davvero eccellenti danno loro ragione.

Vorrei ora soffermarmi un attimo sul mio incontro con il Vin Nobile, intendo dire più che incontro di “ beva”  incontro  “fisico”. Mi spiego. Circa 25 anni fa, insieme a mia moglie, decisi di fare un viaggio, anzi una vera e propria vacanza, nel senese. Visitai molti paesi e cittadine, famose e meno famose, tra queste Montepulciano.

Sarà forse inutile ribadirlo ma rimasi stupito per la bellezza dell’intatto borgo medioevale, a cavallo tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, coricato su di una  collina, con decine di cantine e negozi di arte e artigianato lungo il corso che lo attraversa, dal basso in alto. Giunti   in alto si arriva nella meravigliosa Piazza Grande, su di un lato c’è  Palazzo Contucci,  nobile e antica famiglia poliziana nonché storica e famosa azienda vitivinicola.

 

Nel palazzo stesso anzi nelle sue  “viscere” vi sono le cantine, forse di origine etrusca, di una bellezza più unica che rara, con botti di castagno e di rovere gigantesche, ma il vero monumento non era (non è) di legno o di tufo ma fatto di carne e ossa, mi riferisco allo storico e famosissimo cantiniere dei Contucci, ossia  Adamo Pallecchi, per tutti Adamo e basta.

 

Ho conosciuto, per mia fortuna, decine di persone nel mondo del vino di straordinario fascino e competenza, ma Adamo è veramente unico. Pensate che da allora non l’ho più rivisto, pur essendo stato altre volte a Montepulciano, eppure il ricordo è tutt’ora vivissimo. Parlammo  più  di un’ora, di ogni cosa che riguardasse il vino. Dalla sua bocca usciva solo sapienza e conoscenza e, in primis, un assoluto e viscerale amore per il Vin Nobile.  Grazie a lui  questo vino è entrato a far parte di quella ristretta cerchia di vini che io definisco, i  “miei vini del cuore”.

 

Comprai un bel po’ di bottiglie, fra queste una stupenda Riserva 1988, di cui parlerò in seguito.

Pernottai a Montepulciano e la mattina seguente continuai a girar per cantine e aziende, aumentò il “bottino” di bottiglie comprate ma soprattutto la conoscenza del vino e dei produttori. Così iniziò la mia storia con Montepulciano e il  Vin Nobile e….prosegue tutt’ora.

Di seguito vi riporto le mie valutazioni su ben 8 Vin Nobile, le degustazioni sono avvenute per lo più nello stesso luogo, a casa mia, ma in tempi diversi.

 

Vin Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 2009, alc. 13,5%, Az. FATTORIA DEL CERRO, convenzionale. Questo vino rappresenta per l’azienda, fra l’altro la più grande di Montepulciano con i suoi quasi 200 ettari vitati, il “fiore all’occhiello”, prodotto solo nelle migliori annate e… si vede. Rosso granato fittissimo, olfatto regale con stupenda confettura di frutta rossa in evidenza e tipiche note di sottobosco (fungo, terra), spezie scure, cuoio e tabacco. Tannini nobili ovviamente, equilibrato ed armonico. Eccellente.  Voto: 94

 

Vin Nobile di Montepulciano Il Nocio 2010, alc. 14,5%, Az. BOSCARELLI, convenzionale. Autentico cru di Montepulciano anche in questa annata sfoggia la sua notevole classe. Rosso rubino che vira al granato, fitto e consistente, all’olfattiva emergono in sequenza mirtilli e more di rovo, fiori appassiti, potenti note balsamiche e speziate, fresco e tannico al punto giusto, finale molto lungo. Eccellente.  Voto: 93

 

Vin Nobile di Montepulciano Bossona Riserva 2011, alc. 15,5%, Az. DEI,convenzionale. Rosso granato classico, frutta rossa in confettura e fiori appassiti (viola, rosa), effluvio balsamico (eucalipto), speziato (noce moscata), quasi equilibrato. Da farsi. Ottimo.  Voto:  89

 

Vin Nobile di Montepulciano I Quadri 2013, alc. 14%., Az. BINDELLA, lotta integrata. Di questo vino nei prossimi anni sentiremo spesso parlare. Rosso rubino fitto, consistente, confettura di frutta rossa, viola e rosa appassita, tabacco, pepe nero e cioccolato, fresco, tannino perfetto e tipico. Finale lungo. Eccellente.  Voto: 91

 

Vin Nobile di Montepulciano Asinone 2011, alc. 14,5%, Az. POLIZIANO, convenzionale.  Da anni fra i migliori ed anche quest’annata non smentisce la fama raggiunta. Rosso rubino che tende al granato, consistente, olfatto estremamente elegante, dove si susseguono, con equilibrio fra le parti, il fruttato (ciliegia scura) e il floreale (fiori appassiti), lo speziato (pepe nero) e il balsamico (ginepro), tabacco scuro e note di grafite. Alla beva è prodigioso, cosa diventerà fra qualche anno ? Al momento è semplicemente eccellente. Voto: 94

 

Vin Nobile di Montepulciano Quercetonda 2010, alc. 14,5%, Az. LE CASALTE, biologica. Diciamolo subito: un grande vino. Rosso granato pieno, all’olfattiva esprime il meglio, non gli manca nulla: floreale, fruttato, speziato, foxi, tabacco, lievi e gradevoli note balsamiche, intenso e persistente alla gustativa, equilibrato. Eccellente. Voto: 92

 

Vin Nobile di Montepulciano Salco 2011, alc. 14%, Az. SALCHETO, biologica certificata e biodinamica. Azienda leader per chi ama prima di tutto il rispetto assoluto dei cicli naturali e la ricerca tecnologica votata a tale rispetto. I risultati sono, per quel che ci riguarda, ottimi. Granato fitto, frutta rossa in confettura, fiori appassiti, eleganti note speziate e tostate, sottobosco, tannini in divenire ma eleganti. Alle soglie dell’eccellenza. Voto: 90

 

Vin Nobile di Montepulciano Riserva 1988, alc. 13%, Az. CONTUCCI, convenzionale. Non so dove cominciare: mi emoziona parlare di questo vino,  per due buoni motivi: è una bottiglia di vino stappata in occasione del 18° compleanno di mia figlia e il 1988 è l’anno della sua nascita. Nella scheda che scrissi allora (anno 2006) lo giudicai assolutamente eccellente, rappresentativo per antonomasia del Vin Nobile. Sento fra l’altro di non poter dare, per onestà, un voto “obbiettivo” e “preciso”, confrontandolo con gli altri che ho appena descritto. Posso solo dire che è una  “vera” riserva”: ossia un vino raro, particolare come l’annata che lo ha prodotto, del tutto equilibrato e armonico, dove tutti gli  “elementi”, come si conviene, sono al posto giusto e nelle giuste  “dimensioni”…me la caverò cosi: ben oltre 90.

 

Alla salute, fratelli.


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